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QUANDO A BETTOLA NEGLI ANNI 50 SI RIEVOCAVA LA SECOLARE TRADIZIONE COLOMBIANA

Si potranno non avere documenti o atti di nascita che attestino le origini della famiglia del grande navigatore Cristoforo Colombo nel territorio bettolese e precisamente a Pradello Colombo, ma esiste da secoli una tradizione orale, come un insistente ritornello che gli anziani tramandavano protetti dal calore delle stalle nelle lunghe e fredde notti invernali, non esistevano scuole per i montanari e la voce dei "vecchi" era l'unica fonte di informazione, era un unico libro di storia da tramandare di padre in figlio. Cinquecento anni di tradizione colombiana sono stati ripetuti anno dopo anno per 160 generazioni, solo frutto di fantasia?

I nostri anziani seppur per la maggiore analfabeti rappresentavano la saggezza delle nostre genti di Val Nure, ed erano sinceri, magari rudi, poveri, ma sicuramente persone vere temprate dalle fatiche dei ritmi della vita contadina. Questi sono i ricordi di un anziana signora di 93 anni sempre seduta di fronte a torre Colombo oramai morta da decenni chiamata " la signora Giogiolla" che seguendo ritmi ancestrali filava la lana come tanti suoi compaesani di Pradello Colombo piccolo villaggio rurale posto nel contado bettolese dove essere dei cardatori di lana era una vera professione, e dove si portavano le pecore al pascolo nelle "terre rosse" dei sui campi, terre tanto care al casato dei Colombo; ebbene in un immaginario abbraccio ideale voglio unire questa nostra forse burbera ma sincera anziana contadina con la storia delle uniche due festose rievocazioni, la prima nel 1951 e la seconda ed ultima nel 1958 del carosello storico dedicato alla saga della tradizione colombiana che ebbero il loro epilogo nella grande piazza Colombo di Bettola in un corollario di oltre diecimila persone assiepate ai bordi della piazza, quando ancora il comune di Bettola contava oltre 8000 abitanti. Le rievocazioni storiche colombiane furono ideate per valorizzare il nostro glorioso passato mediante una manifestazione in costumi di epoca cinquecentesca immaginando il ritorno di Cristoforo Colombo dopo la scoperta delle Americhe e precisamente nel 1497 nella terra dei suoi avi per raccogliere onori e gloria dai suoi compaesani e per coronare il suo sogno d'amore. In particolare poi nell'edizione del luglio del 1958 il carosello storico che ricordava il fidanzamento di Colombo con la portoghese ma la cui famiglia era di origine piacentine Felipa Munez Perestrello scese da Pradello Colombo partendo dalla torre quattrecentesca colombiana che da poco era stata ristrutturata ad opera di un italo-americano di discendenza piacentina al secolo Gigi Molinari all'epoca direttore del famoso Waldorf Astoria di New York che aveva acquistato la vecchia torre in rovina per trasformarla in un centro storico colombiano, nell'occasione al Molinari fu data la cittadinanza onoraria dall'intero consiglio comunale di Bettola. Il carosello storico era formato da centinaia di persone in costume antico e come nella precedente edizione dell'ottobre del 1951 sfilarono nella grande piazza bettolese vestita festa, dove ad un'estremità, venne allestito il palco per le autorità e dignitari; il palco guardava verso la grande statua che fu eretta nel 1892 a testimoniare le origini piacentine del grande navigatore. Il complesso delle celebrazioni era diviso in tre parti ognuna delle quali constatava di un corteo, in cui si trovavano, comparse, trombettieri, alfieri, armati, paggi, nobili, dame, cortigiani, contadini, bambini ecc. Il primo corteo partiva dal palazzo del municipio ed era guidato da Gambrino Nicelli il podestà dell'epoca insieme ad altri personaggi come i nobili, Ferrante, Camia, Chinelli, Scribani, Rocca, Cavanna, potenti famiglie rurali realmente esistite in quel periodo storico nella Val Nure, elmi corazze, alabarde, araldi a cavallo ed uno sventolio di bandiere davano vita ad una piazza Colombo multicolore. Da un grande edificio della piazza partiva il corteo delle dame guidato dalla moglie del podestà, Estella de Negri, che andava a raggiungere il palco d'onore circondata da altre dame di rango e da un nugolo di bambini festosi. Ed ecco poi per ultimo arrivava a cavallo dalla minuscola frazioncina di Pradello situata in una amena valletta montana partendo dalla poderosa torre quadrangolare che da sempre è la sede della antica famiglia dei Colombo, Cristoforo accompagnato da nobili, dignitari e guerrieri, e qui in una piazza trasformata in residenza governatoriale andava a raggiungere la sua futura promessa sposa Felipa Munez Perstrello, figlia di Bartolomeo Perestrello governatore di Porto Santos; qui si svolgeva un meticoloso protocollo, l'atto ufficiale di fidanzamento con scambio di anelli e doni, quindi i cortei si ricomponevano in uno solo che accompagnava i promessi sposi nel giro della piazza salutati da una folla festante, in delirio. Tutti erano molto convinti dei personaggi che interpretavano merito sia di quello spirito colombiano che caratterizzava Bettola, sia dallo splendore dei costumi d'epoca e dalla sapiente regia di chi organizzò questo stupendo e storico evento, ma soprattutto era l'orgoglio di rappresentare la nostra storia le nostre tradizioni, si in una finzione, ma una finzione che trova riscontri nella storia, come nel pubblico in un ambiente impregnato e circondato da numerosi elementi concreti: la statua dedicata al grande ammiraglio, sito nella piazza Colombo a lui dedicata, la lapide che ricorda le origini piacentine di Colombo posta nel santuario dedicato alla Madonna della Quercia la piazzetta in San Bernardino intitolata a Bartolomeo Perstrello suocero di Colombo, infine alla stessa località che ha il suo cognome Pradello Colombo. In altre parole seppur realizzato solo due volte ( nel 1951 e 1958) uno spettacolo della rievocazione storica della nostra tradizione colombiana che a prescindere da qualsiasi rivendicazione sulle origini del grande navigatore ebbe davvero quanto di più nobile Bettola e le sue genti potessero realizzare, in onore ad un uomo che seppe elevarsi sopra i confini delle ragioni e delle nazioni per assurgere a gloria dell'intera umanità.

Testi di Roberto Boiardi.

Riferimenti bibliografici: La storia di un Paese BETTOLA scritto dal bettolese Gino Pancera

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