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SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLA QUERCIA

BETTOLA, IL SANTUARIO POPOLARE...

La costruzione del Santuario della Beata Vergine della Quercia, che si affaccia sull’imponente piazza Colombo, fu terminato nel 1884 per celebrare l’apparizione mariana del 1496. La chiesa fu poi inaugurata l’anno successivo dal Beato Scalabrini.

L'edificio, progettato da Guglielmo Della Cella in puro stile romanico-lombardo con la facciata in sassi bianchi e neri, fu realizzato con la partecipazione plebiscitaria di tutto il popolo, sia per i lavori manuali, sia per la raccolta delle offerte necessarie all'acquisto dei materiali

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 L' AFFRESCO DI LUCIANO RICCHETTI NELL'ABSIDE DEL SANTUARIO, OPPURE IL CROCEFISSO OPERA DELLO SCULTORE GIORGIO GROPPI E LE CERAMICHE SEMPRE DEL GROPPI CON INCISI GLI STEMMI COMUNALI DEI 6 PAESI CAPOLUOGO DI COMUNE DELLA VALLE.

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All' interno del Santuario dedicato alla Madonna della Quercia possono essere ammirati gli stemmi comunali su ceramica delle sei località principali dalla bassa all'alta val Nure: Pontenure, San Giorgio, Podenzano, Vigolzone, Ponte Dell'olio, Bettola, Farini, Ferriere, disegnati ed incisi dall'artista piacentino recentemente scomparso Giorgio Groppi.

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I PERSONAGGI LEGATI ALLA STORIA DEL SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA QUERCIA NELL' AFFRESCO DI LUCIANO RICCHETTI.

Bettola ( Piacenza)

l'affresco che dal 1958 capeggia ed occupa tutta la parete dell'abside del Santuario di Santa Maria della Quercia a Bettola e che tutti noi ogni qual volta entriamo in questo tempio Mariano ed ammiriamo, probabilmente è conosciuto per la maggiore nel suo solo insieme, sappiamo che al centro della pittura è collocata la statua della Vergine Maria nella sua nicchia dorata dalla quale si staccano i rami di una quercia, tra uno stuolo di Angeli adoranti e musicanti; il tutto infatti suscita una suggestiva immagine del Paradiso. La parte superiore del dipinto intende presentare Maria Santissima nella gloria del cielo e nella piena regalità simboleggiata dalla corona sovrastante. La dimensione più terrena invece ci è data dalla quercia e dai personaggi collocati alla sua destra e l'ambiente collinare circostante dove trovano posto l'umile pastorella, il contadino, i possidenti, il soldato i poveri, costoro ci fanno rivivere momenti importanti della storia locale, dal giorno dell'Apparizione in poi; sono le autorità civili e militari e giuridiche del luogo al tempo dell'apparizione, i miracolati, il popolo, rappresentato da varie categorie di laici. Sempre nella parte inferiore dell'affresco sulla sinistra però troviamo alcuni personaggi del Clero, e sono questi che andremo ad analizzare; essi trovano degna collocazione nell'affresco in quanto hanno avuto un importante e particolare rapporto nella storia del Santuario. Partendo da destra verso sinistra nei personaggi del Clero troviamo in primis la figura di Papa Pio XII in preghiera, come una foto ufficiale del 7 ottobre del 1957 lo ritrae mentre recita la supplica della Madonna del Rosario dinanzi all'Immagine della Beata Vergine della Quercia esposta nella cappella pontificia di Castelgandolfo, prima di restituire al Santuario, tramite l'allora Mons. Mario Nasalli Rocca, il quadro che era stato donato al Pontefice Benedetto XV nel 1920 in occasione dell'Incoronazione Vaticana. Il Francescano, riconoscibile dal saio cinereo e da un ampia tonsura, rappresenta simbolicamente l'ordine dei Terziari regolari Francescani, che furono i primi custodi del Santuario di Santa Maria della Quercia che era posto sul sacro colle dell' Apparizione e dove fu eretto anche il loro convento che venne soppresso in epoca napoleonica, per essere poi definitivamente abbattuto nel 1908. Il Vescovo nella figura di Mons. Gianbattista Nasalli Rocca raffigurato in abiti pontificali e con la corona in mano. Si tratta dell' Arcivescovo che ha incoronato l'immagine sacra della nostra Madonna, quando era Elemosiniere Segreto di Papa Benedetto XV; successivamente divenne Arcivescovo di Bologna e Cardinale fino al marzo 1952. Era nato a Piacenza il 27 agosto 1872. La figura Clericale con la grande Croce tra le mani e l'aureola è il Vescovo Sant'Antonio Maria Gianelli canonizzato da Pio XII nel 1951. Nel piacentino era chiamato "il Santo di ferro" per la severità e durezza che aveva più verso se stesso che verso gli altri ed anche per l'instancabile attività pastorale che lo portò a soli 57 anni alla morte, avvenuta a Piacenza il 7 giugno 1846, appena quattro anni dopo la Sacra Missione tenuta a Bettola periodo in cui era a capo della Diocesi di Bobbio. Di questo solenne avvenimento oltre a ricordo di conversioni e di grandi folle di fedeli tramandate nel tempo rimane la grande e pesante Croce di Legno, che viene portata in processione il Venerdì santo. Per ricordare questa missione poi, era stata eretta la Cappella dell' Addolorata, situata nell'allor basso caseggiato che era ai piedi della scalinata del Rio Montà di cui oggi rimane solo qualche resto della Cappella ed una targa commemorativa affissa sulla parete di un palazzo nell'angolo nord-ovest di piazza Colombo a Bettola. Il Sacerdote che veste il rocchetto, ossia la cotta di Monsignore, è molto probabilmente Monsignor Ettore Morisi che fu parroco di questo Santuario dal 1909 al 1948, grande amico anche del Vescovo Gianbattista Nasalli Rocca, va ricordato anche tra le numerose cose fatte, in particolare per la casa parrocchiale e il monumento campanile; inoltre è stato il fondatore de L'Eco della Val Nure, organizzatore anche di grandi pellegrinaggi e celebrazioni grandiose, quali l'incoronazione del 1920. Infine da ultimo ma non ultimo, il personaggio che si intravede con una piccola croce in mano quasi apparendo dalla lontananza dei tempi è il gesuita Padre Paolo Segneri che tenne una straordinaria missione nel 1669 a Bettola e sul nostro territorio, lui era uno dei più famosi oratori religiosi della sua epoca. Padre Paolo nacque a Nettuno ( RM) nel 1624 da una agiata e nobile famiglia, a soli 10 anni venne avviato alla vita religiosa iniziando così la sua formazione culturale e religiosa nei gesuiti; inizio poi già in giovane età la predicazione della parola del Signore, riscontrando ampio consenso sia nelle campagne che nelle città. Fine studioso di teologia partecipa alla stesura del terzo vocabolario della Crusca, uno dei suoi manoscritti più preziosi e famosi è il Quaresimale; scrittore e oratore forse solo secondo a Bernardino da Siena sul panorama italico di allora viene acclamato da folle di religiosi, ovunque, muore a Roma nel 1694. Al suo arrivo a Bettola Fù ospitato nel allora convento costruito sul luogo dell'apparizione della Madonna della Quercia dai Francescani che già dalla fine del 1400 operavano nella valle. Le cronache dell'epoca narrano che Padre Segneri camminando scalzo andava ad incontrare la folla composta da migliaia di persone, di pellegrini giunti da tutta la valle e oltre nella piazza detta della "Gera" uno spiazzo nel greto del torrente Nure, intorno ad una sorta di sacello costruito in legno da lì poi in processione tutti scalzi con delle corone di spine al capo e corde e catene al collo recitando devotissime lodi raggiungevano un grande campo alle Torricelle dove il grande predicatore dava la benedizione papale alla folla, mettendo anche in atto una sacra rappresentazione della passione di Cristo. Oltre ai suddetti personaggi altri avrebbero potuto trovare posto nel dipinto, in quanto varie personalità religiose e laiche hanno attestato benevolenza, attenzione, interessamento, e venerazione per il nostro Mariano, ma ci soffermiamo su queste scelte, e noi a distanza di anni continuiamo a godere ed avere il privilegio di ammirare l'arte del Ricchetti, entrando in questo Santuario dedicato alla Beata Vergine Maria.

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