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STORICA UNIVERSITÀ DI VALNURE

LA MAGNIFICA UNIVERSITA' DI VAL NURE.

V N I V E R S I T A T E

VALLIS NVRIAE

Un Istituzione autonoma valliva che duro' oltre tre secoli Dal 1441 al 1806.

Nella nostra storia locale del territorio piacentino uno degli aspetti forse meno noti, è quello inerente alla Magnifica Università di Val Nure, un istituzione valliva che comprendeva 38 tra comuni e comunelli, disseminati in un'area che andava dalla Valle del Vezzeno a quella dell' Aveto e che aveva Bettola quale centro amministrativo di una grande circoscrizione territoriale posta per la maggiore nella media e alta Val Nure; istituzione che fu concessa il 21 novembre del 1441 dal Duca Maria Filippo Visconti, dopo l'esborso di 1000 di ducati d'oro da parte dei valligiani e dei rappresentanti del clan dei Nicelli alla camera viscontea. I Visconti di Milano, nel documento si impegnavano nella protezione del territorio della Val Nure ed i suoi abitanti ( homines) mantenendo la valle sotto il loro diretto governo obbligandosi a non alienarla o infeudarla mai ad alcuno, concedendo inoltre numerose esenzioni fiscali e legislative ai Valligiani. In seguito, il rinnovo di questi privilegi venne ancora decretato nel 1452 da Francesco Sforza con la comminatoria dell' osservanza " sub poena indigniationis". Ci furono poi altri rinnovi rispettivamente nel 1474 e nel 1516 rispettivamente da Galeazzo Maria Sforza e da Francesco I re di Francia; successivamente poi promulgate anche dallo stato pontificio con la creazione del Ducato di Parma e Piacenza, seppur con talune differenze poste a restringere questi benefici ottenuti dalle genti di Val Nure. Anzitutto va osservato che questi privilegi concessi alla Magnifica Università di Val Nure e alla sua famiglia nobile più rappresentativa i Nicelli, costituisce una particolarità unica nel panorama storico medioevale piacentino, in particolare poi nel fatto di consociare nelle esenzioni gli " uomini " della valle con i nobili Cabrino ( che fu condottiero negli eserciti viscontei) e Bartolino Nicelli, quindi non infeudandola neanche ai Nicelli stessi mantenendo un rapporto quasi paritario tra nobili e rurali ( seppure molti rurali erano enfiteuti dei Nicelli), ma soprattutto veniva instaurato un rapporto diretto tra il governo ducale e la Valle de Nurie, bypassando di fatto i poteri locali, nello specifico l'episcopato e la città di Piacenza. Questa nuova situazione politico-giuridica generò contrasti e controversie tra l'istituzione valliva della Magnifica ed il comune di Piacenza, ed il suo episcopato, al quale di fatto venivana sottratta la facoltà di esigere tasse dai comuni e comunelli facenti parte della Magnifica Università di Val Nure, la quale per secoli cercò sempre di difendere i suoi ampi privilegi acquisiti attraverso varie epoche e sotto diverse dominazioni a partire dal XV secolo e che erano espressioni di una cospicua autonomia da Piacenza. Ma per capire le vere origini dalla quale si crearono le condizione per la nascita di questa sorta di comune federale della Val Nure a cui poi il potere visconteo nel XV concesse le già citate esenzioni, occorre ritornare al 1336 quando il territorio piacentino fu conquistato dagli eserciti del duca di Milano, quasi subito le signorie milanesi si resero conto di quanto fosse difficile controllare un così vasto territorio e di sottomettere una popolazione quella della Val Nure, dallo spirito indomito a tratti quasi anarchico, il potere visconteo scelse quindi di operare una politica di compromessi concedendo la creazione dell'istituto della Magnifica Università di Val Nure, lasciando a questa realtà valliva grandi margini di autonomia e governo. Per approfondire ulteriormente occorre anche spiegare il concetto di Valle che va esteso non al solo e mero circondario geografico, ma bensì nel nostra specificità considerare le antiche e profonde ragioni storiche ed etnografiche che portarono alla nascita del comune federale di Val Nure un entità che travalico' i naturali confini vallivi diventando una realtà geo-politica che duro' secoli, posta in modo unitario all'interno del medio ed alto bacino del torrente Nure, ma con ampie escursioni nelle vallate limitrofi, nata sulle ceneri di antichi municipi romani ( pagi: Domitius e Albensis) che furono poi i confini del limes binzantino-longobardo, nonchè anche con le giurisdizioni delle antiche pievi locali ( Revigozzo e Centenaro) sia anche con gli antichi feudi imperiali dell'alto medio evo obertengo. Tutto questo ci dà anche una spiegazione sulla natura delle autonomie degli abitanti e delle loro terre forse, basate anche su antichi schemi presidiare arimannici anche nei riguardi non solo di quello che era stato il confine del territorio bizantino, ma anche con quello che doveva essere stato, risalendo alla notte dei tempi il confine con la Liguria preromana e romana nella linea dei " castellieri" da Ombria in Val Ceno, a Carameto in Val d' Arda, fino alla nostra valle. Una valle quella del Nure strategicamente molto importante, innestata su uno dei sistemi viari più importanti del territorio piacentino che collegava alla Liguria orientale fin dai tempi delle tribù degli antichi liguri, e che aveva un centro minerario nella zona di Reate ( ora Ferriere) sfruttato da tempi immemorabile, una realtà la nostra sempre minacciata dai vari attori storici che premevano ai confini,( I Landi ad est, i Malaspina da Mulazzo a sud , i Dal Verme ad ovest e gli Anguissola a nord) e che ha contribuito a creare quella natura indipendente delle genti di Val Nure, basata anche su un concetto di egualitarismo montano seppur condito da una povertà endemica che permeava un po' tutto l'Appennino settentrionale, nato dalla presenza di un nugolo di piccoli e medi proprietari di terra di greggi, di armenti, che valse a procrastinare per parecchi secoli la crisi economica della montagna impedendo di fatto la polverizzazione delle proprietà e permise a gran parte della popolazione di vivere lungo le montagne native sia pure in condizioni talvolta di grave austerità. Un istituzione quella della Magnifica Università ( per Università si intendeva comunità) di Val Nure che forse come comunità singole vallive era già in essere in forma embrionale anche nei secoli precedenti ( un esempio potrebbe essere la Podesteria di Centenaro attiva dal XIV) e che probabilmente esse devono aver trovato nell'ormai consolidato prestigio sociale ed economico della famiglia nobile dei Nicelli il punto organico di confluenza e di difesa. Aggiungiamo anche il probabile momento di crisi organizzativa dello stato visconteo che seppur retto dalla forte personalità del Duca Filippo Maria, era già avviato verso il tramonto; e forse nel tentativo di escludere eventuali intromissioni feudali in valle pericolose e per dare unità a quella che era la politica viscontea nei riguardi di queste zone confinarie stradali verso la Liguria, procedendo anche nei riguardi dei Nicelli, quindi maturarono i tempi per concedere ampie esenzioni fiscali e poteri di governo a questa valle e alle sue genti rurali, un operazione che rimane un caso quasi unico nel panorama storico-medievale locale che andrebbe maggiormente approfondito. Arrivarono poi le orde napoleoniche e con esse la fine delle autonomie e delle libertà della valle, in pochi anni agli inizi del 800 furono spazzati via tre secoli di storia comunitaria, e da lì forse iniziò il declino economico e sociale della nostra Val Nure e dell'intero appennino, a cui seguì specie tra i secoli XIX E XX anche il fenomeno dell'emigrazione di massa con il lento ma inesorabile spopolamento delle montagne.

Nelle foto successive altri dettagli sulla composizione e struttura della magnifica Università di Val Nure, e accenni sulla podesteria di Centenaro.

Testi e foto di Boiardi Roberto Boiardi

Rif. bibliografici: Nascita di un disordine Una famiglia signorile e una valle piacentina tra XV e XVI secolo.

Di Daniele Andreozzi.

Groppallo e la sua chiesa, una storia unica.

Di Claudio Gallini

La Val Nure: Estratto dall' ARCHIVIO STORICO PARMENSE

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