MONTECHIOSO
La località di Montechioso Vecchio sita nel comune di Bettola nell'amena Val di Riglio ci riporta a riavvolgere il nastro del tempo fino al periodo medioevale, infatti le prime notizie storiche documentate in merito a questo comprensorio ci portano sulle tracce di un antico fortilizio ora non più esistente ( restano solo resti di fondamenta di una probabile torre circolare) posto sul monte Clauso menzionato nella cronaca del Ripalta come appartenente nel 1367 ad Annibale Anguissola. Nel 1430 il castello fu acquistato da Bartolino Nicelli, entrando così di fatto tutta la zona nella sfera di influenza della potente famiglia feudataria valnurese, presente in val di Riglio anche con altri fortilizi, basti citare dalla parte opposta del Riglio il castello di Montechino, oppure nella parte alta della valle il castello di Rossoreggio; successivamente in seguito ad una divisione dei beni, pervenne a Giovanni figlio di Gian Nicolò Nicelli. La zona era compresa anche nella giurisdizione della Magnifica Università di Val Nure, una comunità che vedeva in Bettola la sede amministrativa di una vasta circoscrizione territoriale che comprendeva ben 38 comuni e comunelli posti per lo più nella media ed alta Val Nure, ma anche in Val d'Aveto, Trebbia, Vezzeno, Riglio ( con Montechino, Groppovisdomo, e Rossoreggio). Un istituzione concessa dai Duchi di Milano nel 1441 nella figura di Filippo Maria Visconti (ricordiamo che dal 1336 il territorio piacentino cadde sotto il dominio visconteo) che dava ampia autonomia a questi territori, i quali tramite i loro rappresentanti potevano legiferare in materia fiscale, dazi, sanità ed altri importanti aspetti della vita sociale ( non vi era l'obbligo di mandare uomini nell'esercito visconteo); un istituto che durò per oltre tre secoli fino all'avvento delle orde napoleoniche. Si trovano tuttora in Montechioso due edifici aventi funzione di case-torri di cui una purtroppo andata in rovina, inoltre rimane anche un edificio rurale in ristrutturazione probabilmente un tempo annesso alle case -torri. Della casatorre andata perduta restano le vestigia di portali eulitici con architravi incise con simbologie religiose, che possono fare presupporre una funzione aggiuntiva alla medesima oltre l'utilizzo padronale e militare della struttura.